Ammettiamolo, tutti vorremmo sapere la verità sulle date di scadenza e quando possiamo ignorarle. Non solo, cosa significano e come si leggono le etichette e qual è la differenza tra “da consumarsi preferibilmente entro” e “consumare entro”?

Come leggere le etichette

Le etichette degli alimenti forniscono informazioni sulle calorie, gli ingredienti e le porzioni degli alimenti confezionati, oltre alla fondamentale data di scadenza. Leggere le etichette può quindi aiutare a fare scelte sane e consapevoli quando stiamo facendo la spesa.

Inoltre, saper leggere le etichette ci permette di evitare sprechi e riutilizzare al meglio alcuni alimenti.

Qual è la differenza tra “da consumarsi preferibilmente entro” e “consumare entro”?

Da consumarsi preferibilmente entro

Se un prodotto è etichettato come “da consumarsi preferibilmente entro”, potete usare il buon senso per decidere quando non è più idoneo ad essere consumato. Si tratta più di una linea guida che di una rigida raccomandazione.

Quindi, sentitevi liberi di ignorare per qualche giorno l’etichetta “da consumare preferibilmente entro” sugli alimenti confezionati come i biscotti secchi, la pasta e perfino la marmellata, o almeno  fino a quando l’alimento in questione non avrà un aspetto insolito, un odore strano o una consistenza o sapore strano (forse a causa del modo in cui è stato conservato).

Tra gli altri esempi ci sono i cibi congelati (se conservati correttamente e mai “sgelati” e “risurgelati”) e in scatola.

Da consumare entro

Se da una parte le etichette “da consumarsi preferibilmente entro” possono prestarsi all’interpretazione, dall’altra alcuni alimenti possono contenere batteri nocivi e se conservati troppo a lungo o alla temperatura sbagliata possono causare intossicazioni alimentari.

Negli alimenti con etichetta “da consumare entro”, le date di scadenza riguardano la sicurezza e l’igiene alimentare e, non si dovrebbe mai mangiare cibo oltre quella data, in nessuna circostanza. Il SSN consiglia infatti di non consumare il cibo dopo la data di scadenza poiché si potrebbe rischiare un’intossicazione alimentare. Non fidatevi troppo del vostro olfatto. L’alimento può avere un bell’aspetto e un buon odore anche dopo la data di scadenza, ma ciò non significa che sia sicuro da mangiare. Potrebbe essere già contaminato e non è possibile vedere o annusare i batteri che causano l’intossicazione alimentare.

Dopo la data di scadenza, dunque, non mangiate, cucinate o congelate questi alimenti anche se sembrano a posto.

Il pesce affumicato, i prodotti a base di carne come pollo e manzo (in maniera minore i salumi) e le insalate già pronte di solito hanno una data di scadenza.

Un avvertimento: anche se l’alimento che state per mangiare non ha raggiunto la data di scadenza, bisogna comunque prestare attenzione. Affinché la data di scadenza possa essere considerata sia ​​una guida valida, è necessario seguire le istruzioni di conservazione.

Ad esempio, se la sulla confezione c’è scritto “conservare in frigorifero dopo l’apertura”, bisogna conservare l’alimento in frigo a una temperatura di 5°C o inferiore, specialmente d’estate.

Inoltre, una volta aperto un alimento con una data di scadenza, è necessario seguire anche le eventuali istruzioni, come ad esempio “consumare entro 3 giorni dall’apertura” per evitare spiacevoli malesseri, seppur passeggeri.

Quando è sicuro ignorare l’etichetta e quando è necessario prestare molta attenzione?

Insalate pronte

Le verdure miste e le insalate in busta potrebbero sembrare sicure, ma possono contenere batteri potenzialmente pericolosi e di solito hanno una data di scadenza a cui vale la pena attenersi.

Meglio evitare, se possibile, di lasciare a temperatura ambiente l’insalata già lavata e preparata, e ricordarsi di mangiare il resto della rucola prima che sia troppo tardi.

Uova

Le uova sono un elemento controverso. Sorprendentemente, le uova riportano l’etichetta “da consumarsi preferibilmente entro” piuttosto che una rigida data di “scadenza”. Alcune persone affermano che conservarle in frigorifero a una temperatura inferiore a 5° C può impedire la crescita della salmonella per alcune settimane, ma il SSN afferma che le uova hanno una durata di 28 giorni (dalla data di deposizione). Per legge, dunque, le uova devono pervenire al consumatore finale entro 21 giorni dalla data in cui sono state deposte. Questa data è nota come la data di scadenza. Dopo questa data, la qualità dell’uovo si deteriorerà e, se sono presenti batteri della salmonella, potrebbero moltiplicarsi a livelli elevati.

Per capire se le uova sono sicure da mangiare, in molti usano questo semplice trucco: basta metterle delicatamente in una brocca di acqua fredda. Se affondano, sono fresche e perfette da mangiare. Se finiscono sul fondo ma puntano verso l’alto, sono vicine alla scadenza e se galleggiano sono da buttare immediatamente.

Formaggio

I formaggi a pasta dura, come il parmigiano e il pecorino, sono solitamente sicuri da mangiare dopo la data di scadenza (e possono anche essere grattugiati e congelati). Anche se questi formaggi hanno la muffa all’esterno, l’interno sarà comunque sicuro da mangiare e spesso può durare dalle tre alle sei settimane (basta raschiare via la parte ammuffita).

Tuttavia, non dovreste mai mangiare formaggi a pasta molle, come brie, stracchino o la crema spalmabile di formaggio oltre la data di scadenza: questi formaggi dovrebbero essere consumati entro una settimana dopo l’apertura.

Cioccolato

Il cioccolato può essere consumato anche dopo la data di scadenza; potrebbe verificarsi una “fioritura” bianca sulla superficie che avviene quando i grassi del cacao sono esposti all’aria, ma è comunque sicuro da mangiare.

Alimenti salati e zuccherati

Gli alimenti con elevato contenuto di sale sono generalmente sicuri da mangiare perché il sale li conserva al meglio. Ad esempio, i sottaceti possono essere consumati anche dopo la data indicata sul barattolo. Allo stesso modo, quantità elevate di zucchero favoriscono la conservazione, quindi il miele e la marmellata possono essere consumati oltre le date di scadenza. Anche alimenti fermentati (o secchi come cracker e biscotti) sono a basso rischio.

Prendersi un po’ di tempo in più per leggere le etichette degli alimenti e per conservarli correttamente dopo aver fatto la spesa può dunque avere benefici per la nostra salute, oltre che per il nostro portafoglio.

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